Il bilancio dei primi 8 mesi di applicazione del General Data Protection Regulation, ormai noto ai più come GDPR, ovvero il regolamento europeo sulla privacy entrato in vigore lo scorso 25 maggio, offre una serie di spunti di riflessione, il primo dei quali è rappresentato dal grande interesse che l’argomento ha suscitato in tutta Europa.
Un’analisi a cura della stessa Commissione Europea, basata sulla quantità di ricerche su Google, ha messo in evidenza la grande popolarità che il nuovo regolamento privacy ha conosciuto nello scorso mese di maggio, all’immediata vigilia della sua applicazione: secondo questo studio il GDPR è stato più popolare online di star internazionali come Beyoncé o Kim Kardashian.
Una popolarità alimentata, senza dubbio, anche dalla grande copertura mediatica che l’argomento ha ricevuto e che ha surclassato persino un personaggio come Mark Zuckerberg, pur tornato in quei giorni – suo malgrado – sotto i riflettori per lo scandalo Cambridge Analytica.
Venendo poi ai numeri più significativi, dallo scorso maggio in tutta Europa ci sono state oltre 95mila segnalazioni di violazione della privacy da parte dei cittadini, mentre i casi di data breach (violazioni di dati personali comunicate dalle aziende) si sono attestati intorno ai 41mila.
La sola Italia ha fatto registrare, fino al 31 dicembre 2018, 4.704 segnalazioni di “privati” (in crescita rispetto alle 3.378 dello stesso periodo del 2017) e 630 notificazioni di data breach.
Tornando all’Europa, i tre casi più rilevanti di sanzioni applicate riguardano un social network tedesco (mancata protezione dei dati, 20mila euro), un locale per sommesse sportive in Austria per violazioni legate alla videosorveglianza (5.280 euro), e una violazione sul consenso per gli adv di Google in Francia.
L’adozione del GDPR è quasi completata in Europa: non hanno ancora terminato le operazioni di adeguamento cinque paesi, ovvero Bulgaria, Grecia, Slovenia, Portogallo e Repubblica Ceca.
(Fonte: pmi.it)