Il Parlamento di Strasburgo ha approvato un pacchetto di misure che vieterà oggetti di plastica monouso, il che dovrebbe ridurre i costi dovuti all’inquinamento marino di 22 miliardi di euro, da qui al 2030.
La normativa prevede che a decorrere dal 2021 verranno messi al bando molti oggetti di uso comune, quali posate e piatti di plastica, cannucce, bastoncini cotonati, sacchetti di plastica osso-degradabili e contenitori per alimenti in polistirolo espanso.
In attesa del recepimento della direttiva da parte degli Stati membri, quello che è chiaro fin da ora è il principio “chi inquina, paga”, che ben rappresenta lo spirito di questa normativa.
Alcune delle misure contenute nel pacchetto: entro il 2029, il 90% delle bottiglie di plastica dovrà essere raccolto separatamente; entro il 2025, il 25% delle bottiglie di plastica dovrà contenere materiale riciclato; ed entro il 2030 la quota dovrà salire al 30%.
Obiettivi ambiziosi, certo, e che prevedibilmente dovranno scontrarsi con gli interessi delle industrie produttrici di materiali plastici di consumo, ma che è necessario perseguire con tenacia per arginare un fenomeno, quello dell’inquinamento dei mari da plastiche, che sta compromettendo in maniera molto grave la vita e la sopravvivenza degli ecosistemi.
(Fonte: Il Sole 24 Ore)