È stata recentemente condotta un’operazione senza precedenti, in cui sono state sequestrate banche dati di call center e sanzionate diverse società coinvolte nel telemarketing illegale. La settimana scorsa, il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma, in collaborazione con il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Verona, ha effettuato una vasta operazione volta a notificare provvedimenti adottati dal Garante e a confiscare banche dati utilizzate da società coinvolte in attività illecite.
Le società coinvolte sono state soggette a sanzioni significative (Mas s.r.l.s. per 200.000 euro, Mas s.r.l. per 500.000 euro, Sesta Impresa s.r.l. per 300.000 euro, Arnia società cooperativa per 800.000 euro), mentre due di esse hanno subito la confisca delle banche dati utilizzate per condurre le attività illegali. L’operazione si è svolta contemporaneamente presso le sedi delle società interessate, sia nel veronese che in Toscana, rappresentando la prima volta in cui il Garante ordina la confisca delle banche dati dei potenziali clienti.
L’impiego della confisca come strumento dimostra un ulteriore aumento della strategia di contrasto messa in atto dall’Autorità:
L’attività è stata avviata grazie a una segnalazione della Compagnia della Guardia di Finanza di Soave (VR) e ha permesso l’individuazione delle quattro società coinvolte. Successivi accertamenti condotti dal Garante e dal Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche hanno ritenuto queste società responsabili di violazioni delle norme sulla protezione dei dati personali. In particolare, le società veronesi (Mas srl; Mas srls) acquisivano liste illegalmente prodotte e contattavano decine di migliaia di persone senza il necessario consenso per scopi di marketing. Proponevano offerte commerciali di compagnie energetiche e spesso suggerivano passaggi inversi fra queste per aumentare le proprie provvigioni.
I contratti così stipulati venivano poi inviati alle due società toscane per essere inseriti indebitamente nel database delle compagnie, senza alcun incarico formale e con un sistema di distribuzione delle responsabilità in ambito privacy fittizio. Questo sistema presentava gravi carenze nell’adozione di efficaci misure di sicurezza per la protezione dei sistemi.
In sintesi, queste attività costituiscono una delle molteplici forme del cosiddetto “sottobosco“, indicato dal Garante come causa dell’attuale espansione del telemarketing illegale. Questo fenomeno si alimenta attraverso l’affidamento di incarichi e attività al di fuori delle norme, ma anche a causa di un controllo insufficiente da parte delle grandi aziende committenti.
Questa operazione, frutto di un partenariato regolato dal protocollo d’intesa tra il Garante per la protezione dei dati personali e la Guardia di Finanza, rientra nel quadro del potenziamento delle misure di controllo per la tutela della legalità, a beneficio di tutti i cittadini, in un settore tanto importante quanto delicato.
Fonte: Federprivacy