Il Ministero dello Sviluppo Economico ha annunciato il varo del nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0, che nelle intenzioni del dicastero di Via Veneto rappresenta “il primo mattone su cui si fonda il Recovery Fund italiano”.
A fronte di uno stanziamento iniziale di 24 miliardi di euro, il “pacchetto” di misure si articola in quattro crediti d’imposta, già noti alle imprese e agli operatori, ma che in questa nuova formulazione vengono rivisti in maniera significativa.
Nelle intenzioni del Governo, il Piano persegue due obiettivi programmatici fondamentali: stimolare gli investimenti privati con una maggiorazione delle aliquote, e dare stabilità alle categorie produttive con un pacchetto di misure strutturato su base pluriennale.
Ecco, in sintesi, le novità principali rispetto alla normativa attualmente vigente.
Credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali (ex superammortamento).
Credito d’imposta per l’acquisto di beni 4.0 (ex iperammortamento).
Credito d’imposta per ricerca e sviluppo.
Anche in questo caso vengono riviste le aliquote:
Credito d’imposta per la formazione 4.0.
Attualmente le spese ammesse riguardano il costo aziendale del personale in formazione e le spese per il personale dipendente coinvolto nella formazione come docente.
Dal 2021 le spese ammissibili includeranno: le spese di personale relative ai formatori per le ore di partecipazione alla formazione; i costi connessi quali le spese di viaggio, i materiali e le forniture, l’ammortamento degli strumenti e delle attrezzature per la quota da riferire al loro uso esclusivo per il progetto di formazione; i costi dei servizi di consulenza legati al progetto; le spese di personale relative ai partecipanti alla formazione e le spese generali indirette (spese amministrative, locazione ad esempio) per le ore durante le quali i partecipanti hanno seguito la formazione.
(Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico)
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