Riportiamo qui di seguito le indicazioni fornite dalle Autorità competenti.
In relazione al contenimento e alla gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, sono stati emanati a livello nazionale l’Ordinanza 21/02/2020 del Ministero della Salute, il Decreto-legge 23 febbraio 2020 n. 6 e il relativo DPCM 23 febbraio 2020. A livello regionale, rileva altresì l’ordinanza del 23 febbraio 2020 (per informazioni dettagliate e aggiornate si consulti la sezione “Coronavirus” del sito del Ministero).
Tenuto conto che il datore di lavoro è responsabile della tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, con la presente si intende fornire qualche suggerimento per affrontare la situazione in conformità alle previsioni normative e, soprattutto, per rafforzare le proprie procedure di prevenzione.
Si individuano in particolare, diversi livelli di azione:
- azioni dell’impresa verso i propri lavoratori;
- azioni dell’impresa verso i terzi;
- azioni dell’impresa a livello organizzativo interno.
Misure di comunicazione e di informazione verso i propri lavoratori:
- consegnare un’informativa ai lavoratori sul nuovo Coronavirus con numeri di emergenza e di richiesta informazioni, invitando i lavoratori con sintomi di tipo influenzale a non recarsi al lavoro;
Per redigere l’informativa è possibile fare riferimento a questa pagina del Ministero; - rammentare inoltre che per la Regione Lombardia, oltre al numero 112 da utilizzare solo per emergenze, è attivo il numero 800.89.45.45 (per semplici informazioni, invece, è da utilizzare il 1500);
- secondo le modalità usuali di comunicazione in azienda, fornire informative sulle elementari norme igieniche per non diffondere il contagio, invitando anche a limitare ove possibile il contatto fisico (es. strette di mani, etc.).
Quali informative da fornire ai lavoratori sulle norme igieniche da osservare, si invita a utilizzare l’opuscolo del ministero della Salute (o della Regione Lombardia); - apporre nei bagni e negli spogliatoi istruzioni ufficiali per corretto lavaggio delle mani.
È possibile utilizzare queste istruzioni; - evidenziare ai lavoratori gli obblighi individuali di notifica ad ATS se:
– hanno fatto ingresso in Italia negli ultimi quattordici giorni dopo aver soggiornato nelle aree della Cina interessate dall’epidemia (Ordinanza 21/02/2020);
– hanno fatto ingresso in Lombardia da zone a rischio epidemiologico (Ordinanza regionale 23/02/2020);
– hanno transitato e sostato nei Comuni di cui all’allegato I del DPCM 23/02/2020 dal 1° febbraio 2020 (art. 2 DPCM citato); - richiedere ai lavoratori tenuti alla notifica ad ATS, di fornire medesima comunicazione all’azienda e di tenere aggiornato il datore di lavoro sulle indicazioni/prescrizioni provenienti dall’ATS per il relativo caso (eventuale permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva o misure alternative);
- invitare i lavoratori rientranti, tenuti alla notifica ad ATS, alla “quarantena volontaria” in attesa dell’adozione da parte di ATS delle misure ritenute idonee allo specifico caso;
- invitare i lavoratori che hanno avuto contatti stretti con persone provenienti dai Comuni di cui all’allegato I del DPCM 23/02/2020 a segnalarlo all’azienda.
Misure di comunicazione e di informazione verso i fornitori e visitatori e in generale verso tutti i terzi che fanno ingresso in azienda:
- potenziare il filtro di ingresso in azienda (reception e portinerie) per l’accesso o il passaggio di personale non dipendente (fornitori, clienti, terzi, etc.), valutando di dotare il personale di prima accoglienza (es. front office, reception, portineria) di mascherine protettive ed utilizzando eventualmente un breve questionario circa gli spostamenti estero/Italia/Comuni indicati dall’ordinanza ministeriale e/o contatti con persone provenienti da zone a rischio;
- coordinare e condividere gli interventi preventivi individuati con i datori di lavoro di ditte appaltatrici presenti in azienda (es. mense, pulizie, cantieristica, etc.);
Misure organizzative e igieniche interne:
- rafforzare le misure di pulizia (in particolare, spogliatoi, mense, uffici, etc.);
- mettere a disposizione all’interno dell’azienda, e soprattutto all’ingresso, dispenser con soluzioni idroalcoliche e adeguate informazioni di utilizzo e impiego;
- evitare ove possibile, o comunque limitare, il riciclo dell’aria dagli impianti di ventilazione centralizzati;
- verificare che non si rechino in azienda lavoratori provenienti dai Comuni ove è stata disposta la quarantena obbligatoria (Comuni di cui all’allegato I DPCM 23/02/2020);
- verificare che i lavoratori che hanno avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva COVID 19, per i quali le Autorità sanitarie sono tenute ad applicare la misura della quarantena con sorveglianza attiva (art. 1 co. 1 Ordinanza 21/02/2020), non si rechino in azienda;
- privilegiare, ove possibile, forme di c.d. “smart working” (tenendo presente quanto disposto dall’art. 3 del DPCM 23/02/2020);
- limitare e/o ove possibile sospendere riunioni esterne (preferendo lo strumento della “videoconferenza”);
- limitare e/o ove possibile sospendere riunioni interne, utilizzando sale ampie e invitando un numero ristretto di persone per garantire spazi vitali maggiori;
- limitare e/o ove opportuno sospendere (anche in funzione della destinazione) la partecipazione di lavoratori a trasferte in Italia e all’estero, fornendo adeguate informazioni e istruzioni nel caso in cui la trasferta non sia evitabile.
Il controllo della temperatura delle persone in ingresso all’azienda può rappresentare un utile elemento di sorveglianza purché attuato secondo corretti criteri operativi e rigorose procedure (da condividere anche con il Medico Competente aziendale), verificando gli aspetti di “privacy” connessi (rispetto a tali aspetti seguiranno eventuali ulteriori indicazioni).
Nel caso di mense interne:
- rafforzare le misure igieniche di distribuzione pasti (con la possibilità di prevedere a carico dei lavoratori incaricati alla distribuzione, l’utilizzo di mascherine);
- se possibile, riorganizzare gli orari di accesso per garantire un minore afflusso di persone con conseguenti maggiori spazi vitali per il consumo dei pasti (da promuovere tra i lavoratori);
- valutare la possibilità di fornitura di pasti distribuita (per evitare il locale mensa).
Si raccomanda di confrontarsi preventivamente con il medico competente aziendale per le misure da attivare nella specifica realtà aziendale.
Vista la continua evoluzione della situazione, ci si riserva di fornire a breve ulteriori indicazioni.