Preoccupano i risultati delle indagini e delle analisi effettuate dall’ARPA Veneto nelle acque del Po, in provincia di Rovigo: nel campione esaminato è stata infatti riscontrata la presenza di c6o4, una PFAS di nuova generazione.
PFAS, acronimo che sta per sostanze perfluoro-alchiliche, identifica un gruppo di composti organici utilizzati principalmente come emulsionanti e tensioattivi in prodotti per la pulizia, nella formulazione di insetticidi, rivestimenti protettivi, schiume antincendio e vernici. Sono impiegati anche nella produzione di capi d’abbigliamento impermeabili, in prodotti per stampanti, pellicole fotografiche e superfici murarie e in materiali per la microelettronica.
Le campionature sono state eseguite dall’Arpav dopo la contaminazione da sostanze perfluoro-alchiliche delle falde idriche nei territori delle province di Vicenza, Verona e Padova.
L’inquinante era stato trovato in passato nelle acque contaminate nei pressi di uno stabilimento che lo utilizzava nel processo produttivo in sostituzione dei Pfas tradizionali. A marzo è stata riscontrata una positività presso la stazione di acque superficiali sul fiume Po in località Corbola.
Secondo l’Arpav il composto quasi sicuramente deriva dalle regioni del bacino padano a monte delle acque in cui è stato ritrovato il composto.
Una sostanza così poco utilizzata e di nuova generazione, per essere riscontrata in queste quantità nel fiume più grande d’Italia, viene rilevato, fa supporre che si possano trovare a monte fonti di inquinamento importanti.
Non essendovi limiti europei e nazionali, per motivi precauzionali il gestore della rete idropotabile Acque Venete ha già ordinato nuove batterie di filtri.
(Fonte: repubblica.it)