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Questa articolo si concentra sul rischio legato allo “stress termico” e affronta gli aspetti e le problematiche legate al microclima degli ambienti estremi (caldi e freddi). Il concetto di “microclima” si riferisce a una serie di parametri fisici che caratterizzano gli ambienti in cui viviamo e lavoriamo e che influenzano il nostro “benessere termico“. I principali fattori che determinano il microclima sono la temperatura, l’umidità relativa, la temperatura media radiante e la velocità dell’aria. Questi parametri influenzano la percezione dell’ambiente da parte delle persone e sono oggetto di strategie per migliorare il comfort termico.

Le condizioni microclimatiche nei luoghi di lavoro possono variare a seconda di differenti elementi:

  • ciclo produttivo (produzioni legate a temperature particolari);
  • caratteristiche ambientali (lavori sotterranei, in quota, ecc.);
  • caratteristiche strutturali dei luoghi di lavoro (materiali da costruzione, proprietà termiche, ecc.);
  • impianti utilizzati per controllare le condizioni climatiche (ventilatori, condizionatori, ecc.).

Le normative attuali prevedono la tutela del benessere globale dei lavoratori, includendo anche aspetti di tipo “ergonomico” che influiscono sul loro benessere fisico e mentale. Le condizioni microclimatiche rappresentano uno dei fattori ergonomici più importanti.

Gli ambienti estremi differiscono significativamente da quelli moderati, in cui si studiano le condizioni di comfort termico che influenzano le prestazioni lavorative. Negli ambienti estremi (caldi e freddi), le condizioni climatiche possono compromettere seriamente la salute dei lavoratori. In tali ambienti, il sistema di termoregolazione dell’organismo umano deve fare uno sforzo considerevole per mantenere l’equilibrio termico necessario (omeostasi). Oltre al controllo dei parametri termo-igrometrici ambientali e dei parametri soggettivi dell’individuo (metabolismo e indumenti), è importante conoscere i meccanismi fisiologici della termoregolazione e la loro relazione con le patologie legate alle alte e basse temperature.

Le condizioni microclimatiche estreme in questi ambienti possono essere dovute a esigenze produttive inevitabili (come la vicinanza a fornaci di ceramica o fonderie, l’accesso a celle frigorifere o ambienti legati alla catena del freddo nel settore alimentare) o alle condizioni climatiche esterne durante lavori all’aperto (come nell’agricoltura, nei cantieri all’aperto, nella costruzione e manutenzione di strade).

Lavorare in ambienti estremi caldi può mettere a dura prova il sistema cardiovascolare, causando il rischio di colpo di calore. Per gli ambienti estremi freddi, il rischio principale è l’insorgenza di ipotermia, che può avere conseguenze letali.

Di seguito vengono elencati gli articoli di legge che riguardano le condizioni microclimatiche, con riferimento a tutti gli ambienti di lavoro (d.lgs. 81/2008) e ad alcuni ambienti particolari, relativi ai lavori in sotterraneo (d.p.r. 320/1956; gallerie, caverne, pozzi, etc.) e alle miniere e cave (d.p.r. 128/1959).

  1. d.lgs. 81/2008 – Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro
    (Allegato IV; Requisiti dei luoghi di lavoro)
    1. Ambienti di lavoro
    1.9 Microclima
  2. d.p.r. 320/1956 – Norme per la prevenzione degli infortuni e l’igiene del lavoro sotterraneo (Allegato IV; Requisiti dei luoghi di lavoro)
    Capo III – Ventilazione – Limitazione della temperatura interna.
  3. d.p.r. 128/1959 – Norme di polizia delle miniere e delle cave
    Titolo VI – Ventilazione (come modificato dal d.lgs. 624/1996, art. 57).
  4. d.lgs. 624/1996 – Attuazione della direttiva 92/91/CEE relativa alla sicurezza e salute dei lavoratori nelle industrie estrattive per trivellazione e della direttiva 92/104/CEE relativa alla sicurezza e salute dei lavoratori nelle industrie estrattive a cielo aperto o sotterranee – artt. 57 e 58.

Fonte: INAIL

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