In questi ultimi anni è cresciuta sempre di più l’esigenza di utilizzare tecnologie innovative, immersive e digitali al servizio della formazione. Questo non solo a causa della pandemia, che ha costretto gli addetti ai lavoro ad esplorare nuovi strumenti e metodologie (la videoconferenza su tutte) per l’erogazione dei corsi, ma anche perché il tema dell’efficacia della formazione – e dunque l’adozione di comportamenti effettivi successivi ai percorsi formativi – è ormai centrale nel dibattito del settore.
In questo senso l’adozione della tecnologia da un lato incrementa la partecipazione, il divertimento e l’impegno dei discenti, dall’altro lato consente la creazione di contenuti didattici coinvolgenti e dalla forte connotazione pratica. È il caso, ad esempio, della realtà virtuale, che consente di creare simulazioni in cui il partecipante ha la possibilità di immergersi letteralmente in un ambiente e decidere come agire, mettendo così in pratica le conoscenze teoriche acquisite durante la formazione. Il tutto grazie a dei semplici visori quali viene installata una applicazione di formazione immersiva.
È il principio del learning by doing, cioè dell’imparare facendo, che prevede un approccio pratico all’apprendimento, secondo cui, cioè, i partecipanti devono interagire con l’ambiente, sapersi adattare ed imparare ad adottare comportamenti efficaci.
Per fare tutto questo la tecnologia è un alleato prezioso… Lo è già oggi e lo sarà sempre di più in futuro.
In questo ambito SAEF si è contraddistinta per lungimiranza, visto che, da maggio 2017 (primo caso assoluto in Italia di questa tecnologia applicata alla formazione), utilizza la realtà virtuale all’interno dei propri corsi antincendio, carrellisti e lavoratori.
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Fonte: Centro studi SAEF