Un Paese che ha ridotto gli investimenti del 20% negli ultimi 10 anni. Un Paese che nell’ultimo anno ha aumentato il carico fiscale dal 48% al 53,1%, e dove il 70% della popolazione non ha le competenze necessarie per vivere nel mondo attuale.
I nodi da sciogliere non mancano. Eppure, l’Italia, a dispetto delle sue debolezze, resiste. E mantiene un buon “appeal” per gli investitori internazionali: secondo il Global Attractiveness Index (creato da The European House – Ambrosetti e presentato al Forum di Cernobbio), è infatti il sedicesimo Paese del mondo per attrattività, in una classifica di 144 stati.
Il nostro Paese mostra infatti un «medio-alto potenziale di attrazione». Punteggio lontano da quello della Germania (che con 100 punti conquista la prima posizione), ma comunque nella fascia alta. Lo studio presentato a Cernobbio evidenzia però anche i problemi su cui si dovrà lavorare: l’Italia è poco dinamica e, soprattutto, ha una serie di vulnerabilità (a partire dal debito pubblico) che potrebbero farle perdere posizioni.
Ecco perché è necessario intervenire con misure strutturali che abbiano almeno tre priorità: investimenti, semplificazione amministrativa e incentivi fiscali.
(Fonte: Il Sole 24 Ore)