Nel secondo trimestre del 2019 la crescita congiunturale (sull’ultimo trimestre) della produzione nelle imprese manifatturiere bresciane è pari al +0,4%, mentre quella tendenziale si attesta al +0,8% (rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente).
Dati che rivelano luci ed ombre: si tratta del dato più basso dal secondo trimestre 2015, ma la rilevazione si mantiene positiva per il ventitreesimo intervallo consecutivo. A evidenziarlo sono le indagini dell’Ufficio Studi e Ricerche AIB e del Servizio Studi della Camera di Commercio con i risultati al secondo trimestre 2019.
Le previsioni a breve termine sono moderatamente negative: al netto del calo dell’attività del terzo trimestre, dovuto alla tradizionale chiusura degli stabilimenti nel mese di agosto, a livello nazionale si stima un proseguimento della fase di debolezza dei ritmi produttivi.
Le principali preoccupazioni riguardano, tra l’altro, le tensioni commerciali internazionali, l’indebolimento dell’Area euro determinato dalla frenata tedesca, la sofferenza del settore auto, l’incognita sulla trattativa per la Brexit.
Sul fronte interno, si aggiungono i timori per l’instabilità politica, per un nuovo inasprimento dell’offerta di credito e per la conclusione del ciclo positivo degli investimenti.
La produzione dell’artigianato manifatturiero bresciano si conferma stazionaria, segnando per il secondo trimestre consecutivo una variazione congiunturale nulla. Il fatturato presenta una dinamica leggermente negativa (-0,4%), mentre gli ordini chiudono in positivo (+1,9%).
Il quadro tendenziale conferma il percorso di rallentamento iniziato nell’ultima parte dello scorso anno. La produzione, infatti, segna una variazione leggermente negativa (-0,2%), il fatturato chiude con un calo dello 0,8%, mentre gli ordini sono in leggera crescita (+0,6%).
I dati dell’industria.
Con riferimento ai settori, l’attività produttiva è aumentata significativamente nei comparti: materiali da costruzione ed estrattive (+2,5%) e tessile (+1,9%). È cresciuta con minore intensità nell’abbigliamento (+0,6%), nel calzaturiero (+1,0%), nel legno e mobili in legno (+0,7%), nelle maglie e calze (+0,2%), nella meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche (+0,6%), nella meccanica tradizionale e costruzione di mezzi di trasporto (+0,5%). È rimasta stabile nel metallurgico e siderurgico (+0,0%), mentre è diminuita nell’agroalimentare e caseario (-0,7%), nella carta e stampa (-0,6%), nel chimico, gomma, plastica (-0,8%).
Le vendite sul mercato italiano sono aumentate per il 27% delle imprese, diminuite per il 27% e rimaste invariate per il 46%. Le vendite verso i Paesi comunitari sono incrementate per il 19% degli operatori, scese per il 24% e rimaste stabili per il 57%; quelle verso i Paesi extra UE sono cresciute per il 25%, calate per il 16% e rimaste invariate per il 59% del campione.
I principali indicatori dell’artigianato.
Dal punto di vista settoriale restano negative le dinamiche produttive del comparto siderurgico (-7,7%), della gomma plastica (-12,2%). In flessione anche le industrie varie (-6,0%) e la meccanica (-2,3%). Si mantiene in crescita la produzione dell’alimentare (+9,6%), del legno mobilio (+4,3%) e dell’abbigliamento (+1,8%). In leggera crescita la carta-stampa (+1,2%).
Il fatturato del comparto artigianato segna dopo 24 trimestri consecutivi un valore tendenziale negativo (-0,8%) seppur contenuto.
(Fonte: AIB)