Dopo tre trimestri di significative cadute della domanda di lavoratori in somministrazione, nell’ultimo periodo dell’anno le richieste hanno evidenziato una variazione di poco negativa (-4%) rispetto allo stesso trimestre del 2019 (tendenziale). Il dato rifletterebbe la ripresa dell’attività dell’industria manifatturiera sperimentata nei mesi scorsi, i cui livelli produttivi si attesterebbero, nel complesso, poco al di sotto della “normalità” pre-Covid.
A evidenziarlo è il tradizionale Osservatorio Confindustria Brescia – Agenzie per il Lavoro, a cura del Centro Studi di Confindustria Brescia.
La variazione complessiva è la sintesi di andamenti particolarmente differenziati tra i singoli profili. Conduttori d’impianti (+35%) e operai specializzati (+9%) sono in forte crescita, sulla scia del recupero dell’attività nell’industria. Tecnici (+4%), personale non qualificato (-2%) si caratterizzano per un’evoluzione complessivamente piatta, mentre per gli impiegati esecutivi (-25%) e per gli addetti al commercio (-62%) si rilevano le contrazioni più intense.
Nell’intero 2020 la pandemia ha provocato una profonda modifica della composizione strutturale della domanda di lavoratori in somministrazione. Rispetto all’anno precedente è aumentata la quota dei conduttori d’impianti (passati dal 34% al 37%), del personale non qualificato (dal 21% al 24%) e dei tecnici (dal 5% al 7%), a fronte di un significativo ridimensionamento degli addetti al commercio.
L’Osservatorio offre inoltre una particolareggiata fotografia sull’evoluzione delle richieste di professionalità legate all’utilizzo delle nuove tecnologie, in una fase di evoluzione dell’industria manifatturiera caratterizzata dall’automazione e dalla digitalizzazione dei processi produttivi. Tali figure non sembrano risentire della crisi: nel 2020 la loro domanda ha intercettato ben il 23,9% delle richieste complessive, in leggero incremento rispetto a quanto rilevato nel 2019 (21,9%) e in forte accelerazione nei confronti del 2018 (8,5%).
(Fonte: Confindustria Brescia)