Un richiamo urgente sottolinea che la non sicurezza comporta costi più elevati della sicurezza e che gli investimenti nella formazione sono cruciali per il successo e il benessere aziendale. Analisi dei costi della non sicurezza e strategie di investimento. Incluso il video completo dell’intervento.
I dati dell’INAIL, che documentano regolarmente gli infortuni e le malattie professionali denunciate, evidenziano un fatto incontestabile: in Italia, le strategie di prevenzione non riescono a ridurre efficacemente questi incidenti, indipendentemente dalle variazioni statistiche. Per influire su tali dati e migliorare la salute e la sicurezza sul lavoro, è imperativo che le aziende, indipendentemente dalle dimensioni, aumentino gli investimenti nella sicurezza.
Per stimolare tali investimenti, è cruciale accrescere la consapevolezza dei costi associati alla non sicurezza. Molte aziende, pur conoscendo i costi necessari per conformarsi alle normative sulla sicurezza, spesso sottovalutano i costi potenziali in caso di investimenti inadeguati. Questi includono spese legate alle assenze per malattia, sostituzioni di lavoratori infortunati, perdite di produzione, sanzioni penali e oneri assicurativi. Solo attraverso una consapevolezza completa di questi costi, le aziende possono comprendere che investire in sicurezza conviene.
Per approfondire questa tematica, ci focalizziamo sull’intervento conclusivo dell’evento “Chi non si (in)forma è perduto,” tenutosi il 20 ottobre 2023 a Brescia. L’intervento, intitolato “La non sicurezza costa più della sicurezza: investire nella formazione per il successo e il benessere aziendale,” a cura di Luigi Matteo Meroni, CEO di Mega Italia Media, mette in luce non solo l’importanza strategica della formazione per il successo a lungo termine di individui e aziende ma anche i costi associati alla non sicurezza, sottolineando l’importanza cruciale di investire in sicurezza.
L’intervento sottolinea che investire nella sicurezza sul lavoro è non solo un imperativo etico ma anche un investimento pragmatico per il successo a lungo termine delle aziende. La sicurezza non dovrebbe essere vista come un costo, bensì come un investimento che protegge i lavoratori e migliora la salute economica delle imprese.
Ma quali sono i costi della non sicurezza? Studi indicano che in Italia, essi ammontano al 3,5% del PIL, pari a 45 miliardi di euro. Dividendo questa cifra per il numero di infortuni sul lavoro, il costo medio per incidente si attesta a circa 64.000 euro, senza considerare diversi fattori intangibili. L’intervento, tuttavia, evidenzia come tali costi vengano spesso sottovalutati anziché essere considerati una priorità.
Come sottolineato anche dalla Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, i costi della non sicurezza si articolano in costi diretti e indiretti, nonché costi intangibili come quelli reputazionali. Senza dimenticare i costi assicurativi collegati alla gestione degli infortuni sul lavoro.
L’intervento suggerisce che una volta identificati e valutati i costi della non sicurezza, è possibile sviluppare una strategia d’investimento specifica per la sicurezza sul lavoro. Tale strategia potrebbe includere corsi di formazione mirati, l’acquisizione di attrezzature e dispositivi di sicurezza adeguati, e l’implementazione di procedure aziendali per promuovere una cultura della sicurezza efficace. La formazione sulla sicurezza deve coinvolgere tutti i livelli dell’organizzazione, dai dirigenti ai dipendenti.
Investire nella formazione sulla sicurezza non è solo uno dei passi più importanti per ridurre gli infortuni sul lavoro ma rappresenta anche un investimento nel futuro delle aziende. Per consentire ai lettori di esplorare integralmente l’intervento “La non sicurezza costa più della sicurezza: investire nella formazione per il successo e il benessere aziendale,” mettiamo a disposizione il video completo che fornisce ulteriori informazioni sui costi della non sicurezza e i vantaggi di un investimento adeguato in sicurezza per le aziende.
Fonte: Punto Sicuro