Gli “open data” pubblicati sono provvisori; sarà quindi necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2020, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia.
Il confronto tra i primi 10 mesi del 2020 e del 2019 risente di alcuni fattori che stanno fortemente condizionando l’andamento infortunistico dell’anno in corso: ai fini del contenimento dell’epidemia da nuovo Coronavirus, la sospensione su tutto il territorio nazionale, tra il 9 marzo e parte del mese di maggio di quest’anno, di ogni attività produttiva considerata non essenziale, la contemporanea chiusura dei plessi scolastici e la difficoltà incontrata dalle imprese nel riprendere la produzione a pieno regime nel periodo post-lockdown e l’inclusione, a partire dalla rilevazione dello scorso marzo, delle denunce di infortunio relative alle infezioni da Covid-19 avvenute nell’ambiente di lavoro o a causa dello svolgimento dell’attività lavorativa e in itinere.
Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di ottobre sono state 421.497, circa 113mila in meno rispetto alle 534.314 dei primi 10 mesi del 2019 (-21,1%). Il calo si è registrato nonostante la presenza, nel 2020, delle denunce di infortunio sul lavoro a seguito dei contagi da Covid-19, che rappresentano circa il 16% del totale delle denunce di infortunio pervenute da inizio anno.
La diminuzione delle denunce si è registrata in tutti i mesi del 2020 e in particolare a maggio, con denunce praticamente dimezzate rispetto allo stesso mese del 2019.
I dati rilevati al 31 ottobre di ciascun anno evidenziano a livello nazionale un decremento sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 451.779 a 369.688 (-18,2%), sia di quelli in itinere, che registrano un calo percentuale più sostenuto, pari al -37,2%, da 82.535 a 51.809.
Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati nei primi 10 mesi del 2020 è diminuito del 13,0% nella gestione Industria e servizi (dai 420.625 casi del 2019 ai 365.837 del 2020), del 19,7% in Agricoltura (da 27.947 a 22.444) e del 61,3% nel conto Stato (da 85.742 a 33.216).
Per la gestione Industria e servizi, dopo gli incrementi registrati a febbraio (+1,6%) e marzo (+10,5%), già da aprile inizia un trend in diminuzione (-21%) che in maggio raggiunge il suo valore più basso (-37%), con cali generalizzati nei mesi successivi, superiori al 20% in giugno-luglio e del 10% in agosto-settembre per poi fermarsi a circa -3% a ottobre.
Tra gennaio e ottobre di quest’anno, l’analisi territoriale evidenzia un calo generalizzato delle denunce di infortunio. Questa flessione risulta decisamente più contenuta nel Nord-Ovest (-13,7%) e più accentuata nel Nord-Est (-22,4%), al Centro (-25,1%), al Sud (-26,4%) e nelle Isole (-25,5%). Tra le regioni con minor decremento troviamo la Lombardia, la Liguria (-14,9% per entrambe) e il Piemonte (-10,8%), mentre tra quelle con decrementi maggiori la Calabria (-31,2%), il Molise (30,1%) e il Lazio (-29,3%).
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nei primi 10 mesi di quest’anno sono state 1.036. Pur nella provvisorietà dei numeri, questo dato evidenzia già un aumento di 140 casi rispetto agli 896 registrati nello stesso periodo del 2019 (+15,6%).
A livello nazionale, rispetto ai primi 10 mesi dell’anno scorso, si registra una riduzione solo degli infortuni mortali in itinere, che sono passati da 242 a 176 (-27,3%), mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro sono aumentati da 654 a 860 (+31,5%). L’incremento ha riguardato la gestione Industria e servizi (da 761 a 907 denunce) e il conto Stato (da 16 a 35), mentre l’Agricoltura ha registrato 25 casi in meno (da 119 a 94).
Dall’analisi territoriale emerge una diminuzione di sei casi mortali nelle Isole (da 80 a 74), di due casi nel Nord-Est (da 209 a 207) e altrettanti nel Centro (da 185 a 183). Il Nord-Ovest si contraddistingue, invece, per un incremento di 131 casi mortali (da 232 a 363), complice soprattutto l’aumento registrato in Lombardia, con 84 casi in più. Il Sud registra un aumento di 19 decessi (da 190 a 209), 17 avvenuti in Campania.
Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi 10 mesi del 2020 sono state 36.619, 14.436 in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 (-28,3%). A influenzare la flessione è soprattutto il numero delle denunce presentate tra marzo e luglio 2020 rispetto all’analogo periodo del 2019. Il decremento maggiore si è registrato in aprile (-87%). Seguono maggio (-69%), marzo (-40%), giugno (-29%) e luglio (-18%), mentre settembre, al pari di gennaio, presenta un calo di oltre il 5% e ottobre del -17%. Ad agosto si era registrato, invece, un modesto incremento dell’1% rispetto all’analogo mese del 2019, mentre febbraio aveva chiuso con un +17%.
Nei primi 10 mesi del 2020 si sono rilevate diminuzioni delle denunce nell’Industria e servizi (-26,8%, da 40.989 a 30.006 casi), in Agricoltura (-34,5%, da 9.530 a 6.241) e nel conto Stato (-30,6%, da 536 a 372). Dall’analisi territoriale emergono cali delle patologie denunciate in tutte le aree del Paese: -41,6% nel Nord-Ovest, -30,8% nel Nord-Est, -22,7% al Centro, -29,1% al Sud e -24,6% nelle Isole.
Le prime tre malattie professionali denunciate tra gennaio e ottobre di quest’anno continuano a essere, nell’ordine, le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo (22.745 casi), del sistema nervoso (4.068) e quelle dell’orecchio (2.369), seguite dalle malattie del sistema respiratorio (1.488) e dai tumori (1.313). Tutte registrano diminuzioni nei periodi in esame.
(Fonte: puntosicuro)
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