Ieri, domenica 28 aprile, si è celebrata la Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro 2019 – World Day for Safety and Health at Work 2019, indetta per richiamare l’attenzione a livello mondiale sui temi della prevenzione negli ambienti di lavoro.
Un appuntamento a partire dal quale fare il punto di quanto accaduto negli anni e tracciare le direttive per gli interventi futuri.
Ma la situazione attuale desta, comprensibilmente, più di una preoccupazione: pur se ancora provvisori, i dati relativi al primo bimestre del 2019 diffusi dall’INAIL non sono purtroppo incoraggianti e, peraltro, non sembrano destinati ad invertire la drammatica tendenza in atto.
Infatti, nel confronto gennaio-febbraio 2019/2018, il numero di morti denunciati si attesta sostanzialmente sugli stessi alti livelli con un lieve calo da 125 a 121 unità, mentre gli infortuni in generale segnano un significativo aumento del 4,3% con oltre 4.000 infortuni in più rispetto al 1° bimestre dell’anno precedente (da circa 96.100 a 100.300).
Aumentano, infatti, sia gli infortuni in occasione di lavoro (+2,8%) che quelli in itinere (+5,0%) e sia quelli maschili (+3,7%) che quelli femminili (+5,5%); a livello di settori, oltre all’Industria e Servizi (+2,6%) gli infortuni sul lavoro aumentano, e in misura consistente, anche in Agricoltura (+7,4%) invertendo una tendenza al ribasso ormai storica.
Quanto poi a livello territoriale l’incremento infortunistico appare diffuso in tutte le ripartizioni geografiche: Nord-Ovest +4,9%, Nord-Est +5,2%, Centro +4,6%, Sud +1,0% ed Isole +4,1%.
Il triste primato per i decessi spetta a Crotone e un po’ a tutto il Mezzogiorno, mentre le produzione metalmeccanica rende le regioni settentrionali quelle con il tasso maggiore di malattie tumorali legate all’amianto.
(Fonti: varie)