I tecnici della Commissione Europea hanno le idee piuttosto chiare su come l’Italia, nel periodo 2021-2027, dovrebbe concentrare la spesa dei fondi strutturali europei: 38,5 miliardi di euro, tra Fesr, Fse e Fondo per lo sviluppo rurale, che secondo Bruxelles dovremmo investire nei seguenti ambiti: ricerca e innovazione, efficienza energetica, cambiamento climatico, prevenzione dei rischi idrogeologici e resilienza alle calamità naturali, connettività digitale, mobilità urbana sostenibile, accesso al mercato del lavoro, sistema scolastico e formazione, lotta alla povertà.
Da queste linee guida prenderà avvio il negoziato tra il governo italiano e Bruxelles sulla prossima programmazione per arrivare, si auspica entro il 2020, all’Accordo di partenariato che stabilirà come saranno spesi i fondi europei assegnati all’Italia.
Su ricerca e innovazione, la Ue chiede all’Italia di incentivare la nascita di pmi e start-up innovative, favorendo anche gli scambi di conoscenze tra enti di ricerca e settori produttivi e puntando sulla formazione.
Una vasta opera di ristrutturazione del patrimonio immobiliare pubblico dovrebbe invece contribuire a migliorare l’efficienza energetica e la resilienza al cambiamento climatico, al dissesto idrogeologico e ai disastri naturali.
Si insiste inoltre sulla necessità di realizzare la rete a banda ultralarga in modo da ridurre anche il gap tra aree urbane e rurali. Per quanto riguarda i trasporti, Bruxelles ritiene che l’Italia debba andare sempre di più nella direzione dei trasporti “puliti”, con particolare riferimento all’elettrico.
Di grande attualità anche l’invito a completare le linee ferroviarie che fanno parte della Rete di trasporto trans-europea (Tetn), e il focus sulla riforma del mercato del lavoro, anche attraverso un miglioramento dell’accesso all’impiego da parte di donne, giovani, stranieri e disoccupati di lungo periodo.
(Fonte: Il Sole 24 ore)