Stante il continuo aumento dei casi di positività da coronavirus (+11.705 nella giornata di ieri, domenica), il Governo ha deciso di introdurre nuove restrizioni nel tentativo di arginare il contagio.
Dopo un confronto con Regioni e CTS è stato deciso di modificare ancora gli orari di apertura e chiusura per i servizi di bar e ristorazione (comprese pasticcerie e gelaterie); nel dettaglio, a partire dalle ore 18:00 sarà autorizzato solamente il servizio al tavolo. La chiusura dell’attività dovrà però scattare a mezzanotte, con la riapertura che non potrà avvenire prima delle 5:00. Le consegne a domicilio non avranno vincolo di orario; per l’asporto, invece, c’è tempo fino a mezzanotte.
Al tavolo di un ristorante potranno sedere al massimo 6 persone; sarà compito del ristoratore dare indicazione del numero massimo di ospiti ammessi nel locale in base alla capienza. Inoltre, ai sindaci viene data la possibilità di chiudere strade e piazze dove solitamente si creano assembramenti (sarà possibile transitare solo a chi deve raggiungere un esercizio commerciale o la propria abitazione).
Vengono sospese le fiere e le sagre fino a nuovo ordine. Salve attività come parrucchieri e centri estetici, per i quali non scatta la chiusura. Restano aperte anche sale giochi e bingo, per le quali però viene disposta la chiusura alle 21:00.
Palestre e piscine per il momento possono rimanere aperte, sempre nel rispetto dei protocolli di sicurezza, ma il Governo ha annunciato una decisione in merito per la prossima settimana.
Attività sportive: il testo del DPCM indica che sono consentiti solamente gli eventi e le competizioni riguardanti gli sport individuali e di squadra riconosciuti di interesse nazionale o regionale dal CONI, dal CIP (Comitato italiano paraolimpico) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali.
Respinta la proposta delle Regioni riguardo al ritorno parziale della didattica a distanza alle scuole superiori; tuttavia, viene prevista una maggiore flessibilità di orario, con ingressi scaglionati a partire dalle 9 e con la possibilità che le lezioni si tengano anche nel pomeriggio.
Smart working: nel settore pubblico dovrà riguardare almeno il 75% del personale, mentre nel privato c’è la raccomandazione ad implementarlo il più possibile.
(Fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri)