L’art. 11 del decreto “Rilancio” del 2020 ha previsto che, a decorrere dal maggio dello stesso anno, a prescindere da qualsivoglia manifestazione di consenso dei cittadini, i dati di tutte le prestazioni sanitarie fruite confluiscano automaticamente nel Fascicolo Sanitario Elettronico, limitatamente alle Regioni che lo abbiano già attivato. Resta fermo il punto per cui i dati sanitari dei cittadini non saranno accessibili al personale sanitario in assenza di uno specifico consenso degli stessi.
Con riguardo, invece, all’alimentazione del Fascicolo con tutti i dati delle prestazioni sanitarie effettuate in epoca antecedente al maggio 2020, il Garante ha specificato con una nota del 15 dicembre 2020 che sarebbe stato possibile solo in seguito ad una campagna informativa e a dei consensi specifici.
Tuttavia nei giorni scorsi si era diffusa a livello nazionale una voce riguardo ad una presunta scadenza dell’11 gennaio 2021 per manifestare l’eventuale opposizione all’inserimento dei propri dati personali nel Fascicolo sanitario elettronico (FSE).
Il Garante italiano ha puntualizzato che tale scadenza non esiste ed è priva di qualsiasi fondamento normativo. L’errore era sorto a causa dell’iniziativa presa dalla Regione Liguria che aveva erroneamente indicato nell’11 gennaio 2021 tale termine, per l’appunto inesistente.
(Fonte: Garante per la privacy)
[coronavirus] [dpcm] [covid] [covid 19]