È operativo dalla mezzanotte di oggi il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che impone nuove restrizioni ad attività economiche e sociali, e raccomanda di limitare gli spostamenti nel tentativo di arginare la diffusione del virus Sars-CoV-2, i cui numeri sono costantemente in ascesa.
Tra le novità principali di questo provvedimento:
- i ristoranti, i bar, i pub, le gelaterie e le pasticcerie possono rimanere aperti dalle ore 5 alle 18. Il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi. Dopo le 18 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico ma resta consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive limitatamente ai propri clienti, che siano lì alloggiati;
- resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio, nonché fino alle ore 24 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze;
- i saloni di bellezza, i parrucchieri e i barbieri possono continuare a lavorare. Anche i negozi al dettaglio come calzature, abbigliamento, accessori, librerie, profumerie restano aperti senza limiti d’orario, ma devono rispettare le regole: dalla distanza di un metro agli ingressi dilazionati dei clienti. La novità è nel passaggio in cui il governo chiede agli esercenti che venga impedito di sostare all’interno dei locali più del tempo necessario all’acquisto dei beni;
- vengono chiusi per un mese cinema e teatri; consentite, nel rispetto delle regole, le visite ai musei;
- nel Dpcm non è stata inserita alcuna norma specifica sui trasporti pubblici e quindi la capienza rimane fissata all’80%. È stata invece inserita un’esortazione ai cittadini: “È fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi”. Rimangono consentiti sia gli spostamenti tra i comuni, sia quelli tra una regione e l’altra a meno che non ci siano ordinanze specifiche firmate dai governatori regionali.
(Fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri/Corriere della Sera)
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