È stato illustrato nei giorni scorsi a Roma il country report 2019, a cura della Direzione Affari economici, della Direzione Occupazione e della Direzione Politiche regionali, che ha messo in evidenza quello che, a parere della Commissione Europea, rappresenta un problema di qualità degli investimenti per quanto riguarda la spesa pubblica del nostro Paese.
Serve innanzitutto un nuovo approccio al sistema di welfare, oggi troppo familistico, il che troppo spesso si traduce in inefficienza e iniquità.
38 miliardi di euro: a tanto ammontano le risorse complessive, tra FESR e FSE, che dovrebbero essere stanziate a favore dell’Italia nel periodo 2021-2027, e che si dovrebbero tradurre, indica Bruxelles, in una spesa pro-capite di duecento euro all’anno per le regioni meno sviluppate e di 37 euro per quelle più sviluppate.
È quindi partito il confronto con la Commissione, che porterà, dopo l’approvazione dei regolamenti da parte del nuovo Parlamento e del Consiglio, all’accordo di partenariato Italia-Ue e, entro la fine del 2020, all’adozione dei programmi operativi.
Le prime “intenzioni di spesa” del Governo italiano sono state indicate dal capo di gabinetto del Ministero per il Sud, e sarebbero focalizzate sulle seguenti macro-aree: 1) lavoro di qualità per giovani e donne; 2) protezione del territorio e risorse naturali; 3) omogeneità e qualità dei servizi per i cittadini; 4) cultura come veicolo e spazio di coesione.
(Fonte: Il Sole 24 Ore)