È purtroppo una costante per Brescia essere sul podio in questo anno drammatico.
Una dolorosa costante che la pone tra le prime province per numero di lutti e contagi, ma anche per quantità di denunce di infortunio sul lavoro effettuate nei mesi della pandemia.
Dall’inizio di quest’ultima a novembre le denunce da Covid-19 pervenute all’Inail nel Bresciano da parte dei lavoratori sono state 3.288.
L’incidenza sul totale delle denunce lombarde è stata del 10,3% e, di queste, venticinque hanno avuto esito mortale.
Ancora, è stata di 11 punti in più la variazione percentuale rispetto alla rilevazione del mese di ottobre, precedente a quello del dato complessivo diffuso dall’Inail.
Brescia è al secondo posto, preceduta da Milano in cui le denunce incidono per il 39% sul totale e ad alcune distanze da Bergamo (8,5%), città che nella prima ondata è stata molto colpita dalla pandemia.
A denunciare di aver contratto Covid-19 sul luogo di lavoro sono state 2.455 donne e 843 uomini. Le classi di età più colpite sono quelle dai 35 al 64 anni con 2.737 casi; al di sotto dei 34 anni sono stati 502 e al di sopra dei 64 sono stati 49 quelli denunciati.
Rispetto alle attività produttive coinvolte dalla pandemia, il settore della sanità ed assistenza sociale, con il 68,7% delle denunce e il 23,7% dei casi mortali codificati, precede l’amministrazione pubblica in cui ricadono il
9,2% delle infezioni denunciate e il 10,3% dei decessi.
I decessi, invece, riguardano per 1/4 il personale sanitario e assistenziale.
(Fonte: Giornale di Brescia)
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