Un recupero sia in aprile che in maggio, con rispettivamente +0,3 e +0,4 per cento. È questa l’indicazione che arriva dal Centro studi di Confindustria sull’andamento della produzione industriale. C’è l’attesa di un ulteriore incremento nei mesi primaverili, dopo il recupero già registrato nel primo trimestre dell’anno, +0,9 per cento, è scritto nelle prime righe dell’indagine rapida congiunturale.
Gli imprenditori mostrano un maggiore ottimismo, l’indice di fiducia è salito ai livelli massimi dall’autunno del 2017, in linea con il miglioramento della crisi sanitarie e l’allentamento delle restrizioni. E le prospettive indicano ulteriori recuperi di attività anche nei mesi estivi, considerando il livello basso delle scorte e la domanda in accelerazione.
Ci sono molte condizioni per essere ottimisti sulle prospettive dell’economia italiana, sostiene il Csc, anche in base ai programmi previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ci sono però alcune condizioni: la principale è che la campagna vaccinale prosegua in maniera efficiente e che la crisi sanitaria vada gradualmente verso una soluzione definitiva. Si ipotizza anche una espansione della forza lavoro, sulla spinta della domanda e della pressione sull’utilizzo degli impianti, ancora due punti sotto il livello pre Covid.
Tornando ai dati della produzione industriale, la variazione acquisita nel secondo semestre è di +0,5%, dopo appunto lo 0,9% del primo. La produzione aumenta ad aprile di +73,2% rispetto allo stesso mese del 2020 e del 22,65 a maggio, sempre rispetto all’anno precedente. Gli ordini in volume crescono a maggio dell’1,3 sul mese precedente (+33,8 su maggio 2020); in aprile dell’1,0% su marzo e 76,0% annuo. Le variazioni tendenziali così ampie sono spiegate perché si confrontano con i mesi iniziali della pandemia, quando l’attività, e anche buona parte dell’industria, è stata fermata sul territorio nazionale dai provvedimenti restrittivi. Il contesto economico, scrive il Csc, sta mostrando un rapido miglioramento, grazie alla curva dei contagi che ha consentito l’allentamento delle restrizioni nell’attività dei servizi e negli spostamenti delle regioni. La domanda, sia interna che estera, sta mostrando segni di accelerazione, dando un supporto all’attività industriale.
La ripresa della domanda è più rapida del previsto: l’Istat ha rilevato un veloce decumulo delle scorte di magazzino. La ricostituzione darà un contributo importante alla dinamica industriale dei prossimi mesi. Inoltre, l’aumento della domanda sta generando pressioni sulla capacità produttiva (il livello di utilizzo degli impianti è ancora due punti sotto il livello pre Covid) e ciò preannuncia una espansione della forza lavoro. L’indice Pmi manifatturiero (indice dei responsabili degli acquisti) è ai livelli massimi da quando è stata avviata l’indagine, nel 1997. Ci sono molte preoccupazioni secondo i direttori degli acquisti: blocchi di fornitura in alcuni comparti, carenza di materiali e problemi di natura logistica, fattori che hanno portato ad un aumento dei prezzi dell’acquisto. Le previsioni sono comunque ottimistiche, sempre che i vaccini vadano avanti e la crisi sanitaria si risolva.
(Fonte: Confindustria)