La Commissione europea sta finalizzando il provvedimento che dovrebbe facilitare le iniezioni di capitale pubblico nelle aziende in difficoltà per via della pandemia di queste settimane, che ha interrotto come non mai l’attività economica. Lo stesso esecutivo comunitario ha pubblicato un rapporto sugli aiuti di Stato che offre un nuovo quadro della spesa statale in campo bancario durante le crisi dell’ultimo decennio.
Il provvedimento comunitario dovrebbe essere presentato a breve dopo un lungo lavoro tecnico per trovare un equilibrio tra interessi divergenti. Bruxelles vuole certamente aiutare i paesi membri a intervenire nelle società più delicate per evitare fallimenti o vendite a paesi terzi, in particolare la Cina. Al tempo stesso, vuole evitare nuovi danni al mercato unico, consapevole di come paesi con margini finanziari ampi potrebbero uscire particolarmente rafforzati.
Secondo le informazioni raccolte, l’esecutivo comunitario dovrebbe permettere operazioni di nazionalizzazione o ricapitalizzazione senza previa autorizzazione quando l’operazione ha un valore inferiore a 250 milioni di euro. Sarà necessario rispettare alcune condizioni. In particolare, l’intervento dovrà essere ammesso previa prova (a carico dello Stato membro) che altre forme di aiuto all’impresa meno invasive non raggiungerebbero il medesimo obiettivo.
I governi dovranno inoltre accertarsi che senza un intervento pubblico verrebbe messa in pericolo la continuità aziendale. L’iniezione di capitale dovrebbe essere permessa solo per le società che non erano già in difficoltà al 31 dicembre 2019.
Secondo un rapporto comunitario e secondo i calcoli del Sole 24 Ore-Radiocor, gli aiuti di Stato nel solo settore bancario nel periodo 2008-2017 sono stati pari in Italia a 37,1 miliardi di euro (di cui 22,8 miliardi effettivamente utilizzati). Nello stesso periodo, è stata la Spagna il Paese europeo a registrare l’ammontare più elevato di aiuti pubblici alle banche, con 174,3 miliardi approvati, ma di cui solo 61,9 miliardi effettivamente usati.
Sempre secondo il rapporto comunitario, che riguarda un decennio segnato sia dalla crisi finanziaria che dallo sconquasso debitorio, al secondo posto si colloca la Germania a pari merito con il Regno Unito con 114,6 miliardi di euro approvati dalla Commissione europea, di cui 64,2 miliardi effettivamente usati. Colpito in modo particolare, il mercato bancario inglese ha beneficiato più di tutti degli aiuti pubblici, per un totale 100,1 miliardi di euro.
(Fonte: Il Sole 24 Ore)