Hai bisogno di aiuto?

In Italia una profonda caduta dell’economia ha preso bruscamente il posto della lunga stagnazione. Con la chiusura (parziale) dell’attività economica per decreto dal 22 marzo (prolungata al 3 maggio, con poche eccezioni), i dati sui primi due mesi del 2020 non aiutano a capire la situazione attuale. A marzo il PMI (Purchasing Managers’ Index) ha registrato un tonfo nell’industria (40,3), che era già in difficoltà, e un tracollo nei servizi (17,4), che erano in debole espansione. In tale situazione, è opportuno utilizzare le risorse europee disponibili, per la tenuta del sistema e la ripartenza.

Lo sottolinea il Centro Studi Confindustria nel numero di aprile di Congiuntura Flash (download QUI).

Nel primo trimestre 2020 – prosegue la nota del CSC – la produzione industriale è in calo del 5,4% e contribuisce per 1,5 punti alla caduta del PIL (-3,5%, stime CSC di fine marzo). Uno shock di domanda, per l’obbligo di restare a casa, si è sommato al blocco del 60% delle imprese manifatturiere. Lo scenario CSC (-6,5% nel secondo trimestre) ipotizza una graduale riapertura dell’attività. Per ora, si registrano problemi di fornitura che frenano anche le imprese aperte, e si accumulano scorte perché la domanda cala più di quanto ci si aspettasse.

(Fonte: AIB)

Condividi questo articolo