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La “Survey IBAN” da oltre 10 anni fotografa il mercato degli investimenti “informali” in capitale di rischio, ed è coordinata dal Professor Vincenzo Capizzi dell’SDA Bocconi.
Si tratta di un settore particolarmente dinamico dell’economia italiana, che ha conosciuto un forte incremento negli ultimi anni, sia in termini di capitali investiti sia in termini di impegno personale dei business angels nelle imprese da loro finanziate.

Secondo questo studio, si può così riassumere il profilo tipico di un business angel:

  • imprenditore con un passato da manager;
  • età tra 30 e 50 anni;
  • laureato;
  • affiliato a IBAN, a uno dei BAN territoriali, o a un Club d’investitori nel Nord Italia;
  • patrimonio inferiore ai 2.000.000 di euro, di cui circa il 10% dedicato ad investimenti in start up.

Queste figure sono particolarmente attive negli investimenti in startup e società innovative; ecco alcuni dati relativi al 2018:

  • +75% sul 2017 a 46,5 milioni di euro;
  • 167 operazioni su un campione di 200 business angel;
  • il 17% da investitrici a 8 milioni di euro, in crescita per valore assoluto rispetto al 2017 (5,3 milioni);
  • il 29% degli investimenti supera i 200.000 euro.

I settori che hanno beneficiato maggiormente dei finanziamenti angel sono stati:

  • ICT (44%);
  • servizi finanziari (11%);
  • commercio e distribuzione (11%).

Nel valutare il progetto imprenditoriale questi investitori solitamente considerano:

  • le caratteristiche del prodotto/servizio (24%);
  • il potenziale di crescita del mercato (19%);
  • la possibilità di poter svolgere un ruolo imprenditoriale (19%).

Fondamentale, inoltre, l’apporto della componente femminile che in controtendenza con il resto d’Europa si attesta su percentuali elevate (circa 17% del totale degli investimenti).
In linea con gli anni passati, la maggior parte delle imprese finanziate vengono dal Nord Italia (59%), di cui il 71% in fase di start up.

(Fonte: pmi.it)

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