L’Overshoot Day, è la data simbolica che rappresenta il momento in cui l’umanità ha consumato tutte le risorse naturali che la Terra può rigenerare in un anno. Quest’anno, l’Overshoot Day è giunto più presto che mai, evidenziando l’urgente necessità di affrontare la crisi ecologica.
Le risorse e i servizi che il pianeta ci offre sono innumerevoli. Il mare ci dà il pesce, le foreste il legname (e nel frattempo entrambi assorbono la CO2 che emettiamo), sulla terraferma costruiamo case e coltiviamo i campi. L’elenco potrebbe continuare ancora a lungo. Ma l’Italia consuma in fretta queste risorse naturali. Troppo in fretta. Il 15 maggio è l’Overshoot day, cioè il giorno in cui il nostro paese entra ufficialmente in debito con il pianeta per l’anno in corso.
L’Overshoot Day segna il momento in cui le risorse rinnovabili che la Terra può rigenerare in un anno vengono esaurite. Questa data varia di anno in anno, in base alla velocità con cui sfruttiamo tali risorse. A livello globale, nel 2022 l’Overshoot Day è arrivato il 28 luglio, il che rappresenta un’allarmante anticipazione. Cinquant’anni fa, nel 1972, cadeva il 14 dicembre, indicando che l’umanità riusciva a gestire le risorse per la maggior parte dell’anno.
Ogni paese ha il proprio Overshoot Day, con alcuni che esauriscono le risorse già a febbraio (come il Qatar) e altri che riescono a farle durare fino a dicembre (come l’Ecuador).
Questo indicatore significativo è stato sviluppato dal Global Footprint Network (GFN), un’organizzazione internazionale specializzata nella contabilità ambientale. Il bilancio ecologico rappresenta il rapporto tra domanda e offerta:
Anche nel 2023, come l’anno precedente, l’Overshoot Day arriva in Italia il 15 maggio, prima ancora della metà dell’anno. L’impronta ecologica media di un italiano, pari a circa 4,3 ettari globali, viene confrontata con la biocapacità media mondiale di 1,6 ettari globali, rappresentando un rapporto di 2,68. Questo significa che se tutti vivessero secondo il nostro stesso stile di vita, avremmo bisogno di quasi 2,7 pianeti.
Questi calcoli pro capite non sono influenzati dalle fluttuazioni demografiche. Tuttavia, è interessante notare che un paese che sfrutta così intensivamente le risorse rinnovabili sta anche affrontando un calo demografico significativo. Le attività che contribuiscono maggiormente all’impronta ecologica degli italiani sono il settore alimentare, responsabile di quasi il 31%, e gli spostamenti, che rappresentano un altro 25%. Inoltre, preservare le risorse naturali non significa necessariamente sacrificare la qualità della vita. Ad esempio, in Italia si stima uno spreco alimentare di circa 67 chili pro capite all’anno. A livello globale, ridurlo della metà potrebbe spostare l’Overshoot Day di ben 13 giorni in avanti.
Questi dati evidenziano la necessità di adottare misure urgenti per ridurre l’impronta ecologica, promuovendo pratiche sostenibili nel settore alimentare, migliorando l’efficienza negli spostamenti e riducendo gli sprechi.
Solo così potremo invertire questa tendenza e garantire una gestione responsabile delle risorse per un futuro sostenibile.
Fonte: Lifegate